Ha tre corni sulla fronte,
una classe da riccone,
sfoggia il titolo di ‘conte’
e una tuba sul testone.
Nel boschetto è conosciuto
per la propria vanità,
preso in giro a spron battuto
con frequenza e ilarità.
Si gingilla sopra i rami
sollevando il cappellino.
“Che eleganza, Conte Camy,
lei è davvero un figurino.”
“Sì, lo sono, mia diletta.”
dice senza esitazione
alla bella farfalletta
con un po’ di presunzione.
“Son pur sempre un titolato,
un signor Camaleonte,
non un vecchio smidollato
con la classe d’un bisonte.
Il mio occhio è sempre attento,
e che coda a ricciolino!
Le mie squame son portento,
sono proprio un damerino!”
“Vedo vedo, son curiosa”
La farfalla è divertita,
“Che livrea meravigliosa,
ma non meglio definita.”
“Definito, che parole!”
Dice il Conte, sufficiente,
“Son specchietti per allodole,
e per gente incompetente:
perché scegliere un colore,
tra sfumato e tono pieno,
verde, giallo o rosso cuore
quando hai l’arcobaleno?”
2 commenti su “Il Conte Camaleonte”
Adorabile!
Grazie Ally 😀