Mattoni Gialli

Lettera a William Golding

william golding

Da poco si è celebrato il 25esimo anno dalla morte di William Golding, colui che reputo il mio Scrittore Preferito (con le maiuscole, sì).
A questa cosa, l’idea di scrivergli una lettera, ci ho pensato un sacco di volte, anche in passato, perché invidiavo – e invidio tutt’ora – quei lettori che hanno avuto la possibilità di conoscere i loro autori preferiti, di averli potuti incontrare anche solo una volta, in qualche fiera, o averli potuti contattare sui social media che tanto vanno di moda adesso.
Io questa fortuna non l’ho avuta, e allora mi piacerebbe poter rimediare, anche solo in maniera virtuale.

 

 

“Caro Maestro,

il 19 Giugno del 1993 ti sei congedato da questa Terra, e io ancora non ti conoscevo. Devi sapere che non ero una gran lettrice, anzi, non leggevo affatto, però inventavo un sacco di storie, e tutte nella mia testa. Inventavo, quello sì, ma non scrivevo, non ci avevo mai pensato.

La lettura, poi, l’avevo presa in antipatia quando alle elementari mi avevano costretta a leggere libri che non mi piacevano, e non ero ancora riuscita a farci pace.

Al liceo, anni ’90 ma ormai alle soglie del 2000 e tu te n’eri già andato da un po’, capitarono le solite vacanze estive. Sai, quelle in cui il prof di italiano di turno dice: ‘leggete tot libri tra quelli in lista!’.
E che vuoi che ti dica? Devi farlo, anche se non ti va, ma visto che in lista non c’era nulla che stuzzicasse la mia curiosità mi dissi che, oh, ma alla fine l’importante non era ‘leggere’ e basta? Allora andai alla ricerca di qualcosa di interessante che avevo in casa.

Di libri ne abbiamo sempre avuti un sacco, ma si era poco lettori. Anzi, per niente. Leggeva solo mia sorella. Però i miei zii, che sono divoratori d’inchiostro e carta stampata, ce ne regalavano sempre qualcuno.

Allora, quando mi trovai a dover cercare qualcosa da leggere durante le vacanze,  spuntò: ‘Il signore delle mosche’.

Hai presente quando hai un titolo, in giro per casa, che ti incuriosisce fin da subito, ma che non ti decidi mai a prendere in mano? E poi passano anni e anni e te lo dimentichi pure, salvo poi trovartelo davanti al momento giusto?

‘Il signore delle mosche’ lo avevo adocchiato da subito – in un misto di attrazione e repulsione –, ma ero piccola e disinteressata alla lettura, e poi nemica giurata. Però al liceo sei costretto e allora… torna quel titolo così particolare, e il momento per leggerlo diviene quello perfetto.

Caro Maestro, quando tornai a scuola alla fine delle vacanze e la prof chiese cosa avessimo letto, io nominai il tuo romanzo e lei mi guardò con sufficienza.

“È un libro per ragazzi!” disse, per giustificare il suo disappunto – non prendertela, era una brava insegnante, ma ci siamo sempre date battaglia su un sacco di cose.

“No, prof”, dissi io, “Non è un libro per ragazzi. Non lo consiglierei a chi ha meno di diciotto anni, perché non lo capirebbe”.

‘Il signore delle mosche’ è stato il libro che mi ha fatto riappacificare con la lettura.

‘Ai confini della Terra’ è stata la saga che mi ha fatto riaprire il volume subito dopo averlo terminato, per ricominciarlo da capo.

‘Caduta libera’ è stato il libro che mi ha fatto sottolineare interi passaggi e frasi.

‘L’Oscuro Visibile’ è stato il libro che mi ha fatto dire: ‘Io vorrei scrivere così’.

Caro Maestro, sei morto che io ancora non ti conoscevo, e invidio tanto i ragazzi che hanno nei loro miti gli scrittori di adesso, facili da contattare tramite social. Li invidio perché a me sarebbe bastata anche una sola lettera, magari pure vecchio stile e scritta a mano, con il francobollo. Non avevo bisogno d’altro per poterti dire ‘Grazie’.

Grazie dei libri che hai condiviso con noi, del tuo genio narrativo, delle tue idee e filosofie, dei tuoi personaggi. Dell’amore per la lettura che sei riuscito a rimettermi addosso e che, ormai, non mollerò più.

Il tempo è passato e autori con le tue stesse qualità e profondità di contenuti non li ho più incrociati sulla mia strada di lettrice. La scrittura cambia, si evolve, e tu resterai sempre unico.

Grazie, Maestro.”

 

Melanto

Melanto Mori

Melanto Mori

Geologo non praticante, sta cercando di capire cosa fare da grande. Ha troppi interessi, troppi hobby e manco un soldo. Per Mattoni Gialli è quella che scrive e che si diverte a uccidere personaggi. With love <3

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