Conta uno, due, tre.
Batti i tasti avanti e ‘ndré.
Fai un bel diviso sette
e del resto fai polpette.
Butta tutto dentro al forno,
due integrali per contorno
e versa un po’ di radicali
sui pc dei commensali.
Il lavoro di scrittura
è una lunga accordatura
di conteggi e di parole
che fan mille capriole
nella testa dell’autore.
Non lo senti con che ardore
scatta quel bel parapiglia,
di concetti una guerriglia
sotto al segno di radice?
C’è la Scimmia urlatrice:
più per più una dittatrice
più per meno bisettrice.
Lì seduta al tavolino,
al suo bel computerino,
passa il tempo a digitare
le parole da trovare.
Accerchiata da colleghe
di vocaboli son streghe
prima o poi arriverà
quella che un buon senso avrà.
Così nascono le storie,
senza vanti e vanaglorie,
ma per caso e traversie,
matematica e fantasie.
E se credi sia un Far West,
e ci sia più Nord che Est:
bravo! Della Scimmia hai passato il test!