Cronaca di una giornata storda
by Melanto
Al Napoli Comicon non ci andavo da quando lo allestivano a Castel Sant’Elmo.
Sì, questa frase suona malinconicamente come ‘C’era una volta’, eppure è proprio la verità: saranno stati quindici anni che non vedevo la fiera del fumetto di Napoli.
Così, complici i viaggetti obbligati nel paesello e la coincidenza dei tempi, noi #SorelleStorde abbiamo colto l’occasione di trascorrere un sabato all’insegna dei fumetti, di cui siamo entrambe appassionate (io sono più per i manga giapponesi e gadgets, e mia sorella preferisce le graphic novel e i libri di illustrazione :3 #diversamentenerdazze).
Armati di zaini e rispettivi Martiri (e mariti, quando si dice ‘sposare la causa’ XD) decidiamo di prendercela con più calma, ché tanto ‘seee, sai che fila ci sta?’.
Parlare di ‘fila’ mi sono resa conto che è stato un concetto un po’ utopico: nel piazzale c’era la ressa.
Io ero reduce del Torino Comics 2016 in cui mi ero fatta circa un’ora e mezza di coda. Ma, appunto, era una coda, di quelle in cui potevi respirare. Nel piazzale della Mostra d’Oltremare il massimo che potevi respirare era il sudore di chi ti stava spiaccicato attorno (e purtroppo scopriremo che anche nei padiglioni c’è penuria d’aria: per quanto grandi, l’areazione non era delle migliori, e si riusciva ad avere qualche refolo solo in determinati corridoi di corrente).
Urgh.
Una volta all’interno l’atmosfera da fiera che ci avvolge è quella che già conosco, ed è sempre piacevole veder sfilare cosplay (soprattutto se ben fatti) delle serie più svariate, per quanto sia facile riconoscere quali trend vadano per la maggiore (Suicide Squad anyone?).
Dopo improperi vari ed eventuali a causa della gente che NON sa camminare e, a scelta, ti pesta, ti spinge, te votta pe’ l’aria riusciamo a raggiungere i primi banchetti, a guardarci attorno. A capire come orientarci in quel marasma di carta e inchiostro.
La grande delusione, per quanto riguarda me (Melanto), è stata di sicuro l’assenza della Flashbook. E non parlo solo di un loro stand di rappresentanza (che male non avrebbe fatto!), ma anche della carenza da parte degli stand di fumetterie varie che, alla fine, della Flashbook avevano poco o niente. Difatti, ero partita con l’intenzione di recuperare almeno tre loro volumetti… e mi sono vista tornare a mani vuote.
XD più o meno.
Perché, sì, non ho recuperato i volumi che mi ero appuntata, ma ho fatto incetta di ben altri che erano nella mia wishlist e non aspettavo che di trovarli A META’ PREZZO, SANTISUBBITO!
Ho fatto quindi il mio dovere di recuperatrice seriale e ho aggiunto tutto il Raoh Gaiden alla collezione di Hokuto no Ken che ho a casa (ormai mi mancano davvero pochi volumi. #unagioia). Ho un nuovo FunkoPOP che non vede l’ora di unirsi agli altri e una spillina di Skeletor (perché sia mai detto che io non torni a casa con qualcosa di puramente ‘80s. E poi Skeletor è bellissimo, e chi dice il contrario mente sapendo di mentire!).
Infine ho deciso di iniziare alcune serie recenti che avevo in lista, e qui parte la piccola nota dolente: alcuni stand di case editrici NON facevano sconti.
Trovo sia una scelta alquanto pessima e la prossima volta (che sarà al ToComics2018) non sarò tanto fessa da fare acquisti presso di loro, e il motivo è semplice: nelle fumetterie dove vado fanno sconti. Fine di questa breve storia triste (per la cronaca, ho beccato sia la Goen che la JPop che non ne applicavano; ma di sicuro non erano gli unici).
Tutt’altro discorso per l’area riservata agli stand delle fumetterie vere e proprie. Lì sì che gli sconti piovevano e si potevano fare ottimi affari, recuperare volumetti un po’ più datati o prendere in blocco serie complete.
In questo meraviglioso mare della cuccagna, il consiglio che do, sempre e comunque, è quello di non affidarsi mai alla scritta “Serie TOT, volumi TOT, COMPLETA”, perché un sacco di volte non è vero e vi ritroverete con serie monche. Informatevi prima, cercate su siti online come Wikipedia, ma soprattutto Animeclick.it, e verificate l’effettivo numero di volumi di cui è composto il manga che volete comprare. Inoltre, verificate sempre che all’interno del paccone ci siano TUTTI i numeri. L’anno scorso m’è capitato di aver dovuto lasciare al banco “March Story” perché all’interno dell’imballaggio mancava un volume. Quindi, sempre occhi bene aperti e attenti alla #sòle. 😉
In generale va detto che gli spazi della Mostra d’Oltremare sono molto grandi, e c’era un sacco di roba; buona parte della quale non siamo riusciti a vederla (e io sono una che ama rivoltarsi le fiere come calzini, spidocchiare ogni banchetto peggio d’una scimmia!). Anche l’area gadget era grande e piuttosto fornita, almeno da quello che sono riuscita a vedere (ma c’era un macello di gente e se pensate che il Funko e la spilla li ho presi poco dopo che lo speaker ha annunciato la chiusura della giornata di fiera, capirete quanto ho girato avanti e indietro, con i piedi che chiedevano pietà).
Ce ne siamo andati che eravamo carichi di buste e stanchi morti, e per quanto gli acquisti siano stati molto buoni, credo che il Comicon non mi vedrà per altri quindici anni. XD #grazieèstatobellocià
Per quanto riguarda il reparto comics e graphic novels, mi tocca passare la palla a Tamina, perché lei ci ha bazzicato più di me.
Mi spiace solo di non esser riuscita a prendere “Il Porto Proibito” perché purtroppo gli autori erano già andati via, e non avevo altro da farmi autografare da Ortolani, mannaggissima!, perché era allo stand Bao, ma “Il Buio in sala” me l’ero fatto autografare al SalTo2016, quindi nisba. #sigh.
Di gioie e dolori!
by Tamina
Prima volta per me a una fiera del settore, quindi nessun termine di paragone cui associare questa esperienza (fatta eccezione per il Salone del libro di Torino, cui sono stata l’anno scorso e dove, come ovvio, ho cercato tutte le case editrici di libri illustrati!).
Da quanto si legge in giro, molte polemiche e un bel po’ di gossip hanno accompagnato il Comicon di quest’anno. Aspetti sui quali non mi soffermerò, ma che segnano di certo un punto non proprio a favore dell’evento (per chi volesse approfondire, c’è il blog di Luca Boschi, ormai ex Direttore Artistico del Comicon e lo stesso sito della manifestazione, che se ne scambiano un po’ allegramente :P).
Sarà che per chi guarda da fuori al bel mondo del fumetto, l’idea (un po’ naïf) che se ne ha è di una specie di terra promessa e idilliaca, in cui tutti si voglio bene, si stimano, fanno disegnetti e se la godono da pazzi! Sapere che certe dinamiche esistono anche lì (come è ovvio che sia) non fa certo piacere.
E allora io, che continuo a guardare gioiosamente da fuori, decido di prendermi solo la parte migliore e dunque via! Non importa se siamo appena entrati e già avremmo bisogno di una doccia e di un litro di deodorante (vedi resoconto di Melanto!), corriamo felici verso gli stand dove i nostri beniamini sono a disposizione per fare due chiacchiere con il loro pubblico, dispensare autografi, regalare disegnini… Ma anche qui, la dura realtà è ben altra, almeno in alcuni casi. Vuoi o non vuoi, malgrado l’altissimo livello dei disegnatori presenti in fiera, per alcuni di loro si scatena la folla più agguerrita!
E quindi scopri che, per farsi firmare/disegnare copia del libro dall’amatissimo illustratore, era necessario preiscriversi a liste nere tramite spacciatori residenti nel mondo di Hogwarts, attraverso le quali era possibile iscriversi al fortunato “gruppetto” di 800 persone radunatosi alle 3am in Piazzale Tecchio, che avrebbe ricevuto il prezioso numeretto (più prezioso di un dono elfico) per essere ammesso alla fila davanti allo stand del tanto amato disegnatore (e in alcuni casi la fila doveva attendere fuori allo stand, data la mole di gente presente!).
Ok, torno l’anno prossimo!
Una giornata di file, anche no! Io devo vedere, girare e, soprattutto, comprare!
Quindi, adieu Gipi, sei un mito, ti adoro, ma hai una fila al banco che è peggio di quella per gli Uffizi; ti sbircio dall’angoletto mentre dispensi disegni stupendi e sono contenta così 😉 Idem per Zerocalcare (del quale però ho già qualche disegnetto ;D) o per Jay, il disegnatore di Sherlock a fumetti.
Ad alcune attese invece non rinuncio! Intanto perché più gestibili… e poi in almeno un caso si trattava di soste proprio obbligatorie! Come ad esempio l’attesa che mi ha permesso di raggiungere la bravissima Grazia La Padula allo stand di Tunué (la cui presenza non era segnalata nell’elenco ufficiale degli autori sul sito del Comicon, n.d.r), per poterla ringraziare di persona. Eh sì, perché essendo tra coloro che hanno selezionato i portfolio ammessi al workshop di Rebecca Dautremer, è anche merito suo se potrò partecipare!
Quindi il ringraziamento era dovuto e poi trovandomi, che fai? Un disegno non te lo fai fare? 😉
Dopo il passaggio allo stand Coconino Press e a quello di Tunué (fantastici e pieni di cose da far rabbrividire il portafogli!), tappa obbligata da Lavieri, dove presenzia Massimiliano Feroldi, col suo tenerissimo Piccolo re (portato a casa con disegnino annesso). Niente Frezzato però, peccato.
E infine impossibile non fermarsi alla Bao, dove Giacomo Bevilacqua ci firma il suo Suono del mondo a memoria e ci regala pure un bel siparietto col suo compagno di banco Zerocalcare. Per finire, con estrema faccia di tolla, gli chiedo di diventare follower di Mattoni Gialli su Instagram, tié 😀
Ottima sosta, questa alla Bao 😉
E questi sono stati i miei momenti topici fieristici. Il resto è stato un po’ tutto uno schivare, spintonare, sterzare, smadonnare, fare file e spendere quattrini, mooolti quattrini! XD #piccolecollezionicrescono
Ma anche scoprire novità, case editrici che non conoscevo, innamorarsi di tutti i disegnatori e svolazzare felice tra quintali di pagine colorate e gente vestita nei modi più strambi.
Encomiabili le fumetterie, dove conveniva davvero comprare cose, alcune con sconti e scelte infinite da farsi venire i mal di pancia (non essendo mai stata prima a una fiera del fumetto, questa mole innumerevole di albetti mi ha stordita *_*)!
Prossima esperienza obbligatoria: LUCCA COMICS! I’m on my way! (Magari per Gipi mi prenoto prima XD)
Acquisti di Tamina al Comicon 2017