Mattoni Gialli

Tre giorni con un mito: Rebecca Dautremer

Lo ammetto, ho fatto passare un po’ di tempo per scrivere questo resoconto, ma questo workshop si è incastrato al centro di uno dei mesi più incasinati dell’anno per me fino ad ora! Intanto abbiamo dovuto preparare il matrimonio del secolo di Melanto (XD), poi tanto lavoro e infine, diciamocelo con estrema chiarezza, ho dovuto metabolizzare un po’!

Tre giorni così pieni non si condensano facilmente in una pagina di blog. Quindi, più che stilare un dettagliato resoconto di quanto è stato fatto, cercherò banalmente di trarre le somme e di capire quali cose preziose porterò per sempre con me da questa bellissima esperienza. 

Buona lettura!

Potrei iniziare questo racconto con un classico “c’era una volta…”, considerando che per me questa esperienza profuma ancora di favola.

Incontrare un proprio mito (uno di quelli che ti danno il “la” ogni giorno per fare di più e meglio, per intenderci) è già di per sé un valido motivo di emozione e farfalle nello stomaco. Poter passare 3 interi giorni a suo stretto contatto, ascoltarlo, osservarlo all’opera, incamerarne avidamente i consigli è pura magia!

Intanto partiamo dall’inizio. Cosa fai se la tua illustratrice preferita viene per la prima volta in Italia a tenere un workshop? Ti iscrivi, of course! E se per accedere al workshop venisse richiesto un portfolio per una selezione (data la mole di persone interessate all’evento)? Lo mandi (GULP)! E se oltre qualsiasi più rosea aspettativa il tuo portfolio venisse scelto (da una giuria di illustratori superfighi! n.d.r)? Ecco, è più o meno a questo punto che (dopo aver ripreso i sensi XD) inizi a ringraziare tutti gli dei dell’Olimpo in greco antico, in preda a una commistione di sentimenti che spaziano dalla felicità assoluta all’ansia più totale!

Pur sentendomi totalmente inadeguata e impreparata (sensazione che poi ho scoperto essere comune a molti partecipanti, anche a quelli bravissimi! Una piccola consolazione per il mio ego ansiogeno!) ho aspettato con trepidazione i giorni del workshop, che alla fine, tra una bomboniera da incollare e un tableau da allestire, sono finalmente arrivati.

Rebecca Dautremer

Incontrare un mito in carne ed ossa può avere i suoi contro. Puoi ritrovarti davanti una persona che in realtà non ti piace affatto, che non è nemmeno lontanamente simile all’idea che ti eri fatto di lei o che, nella peggiore delle ipotesi, è pure antipatica! Fortunatamente niente di tutto questo si è realizzato e Rebecca Dautremer si è presentata a tutti noi come solo un vero mito sa fare 😉

Gentile, disponibile, attenta alle esigenze di ogni allievo, e soprattutto, una donna normale, senza spocchia alcuna e anzi anche molto discreta nell’avanzare critiche sul lavoro di chi gli ha mostrato il portfolio a fine corso. Questo ricorderò di lei: che ci ha mostrato la sua tecnica e i suoi metodi di lavoro con totale apertura (tanti sono terribilmente gelosi dei loro procedimenti!) e senza mai elevarsi a modello da seguire, ma anzi pronta a spronare ognuno nella ricerca della sua personale via di espressione.

Insomma delusione zero, soddisfazione infinita: continuerò con gioia a comprare i suoi libri 😛

I compagni di viaggio

Altra incognita di queste esperienze sono i compagni di viaggio. Arrivo in Fattoria che non conosco praticamente nessuno.

I compagni di corso sono fondamentali quanto e forse di più dell’insegnante stessa, perché sarà con loro che mi ritroverò a trascorrere i prossimi tre giorni a strettissimo contatto. Manco a dirlo, un gruppo bellissimo!

Difficile stringere legami con tutti (eravamo in 20), ma con alcuni scattano alchimie e i tre giorni volano via veloci, tra le risate e le chiacchiere in francese con Alexia e le cene con Chiara e Patrizia a parlare di sogni e disegni. O i racconti mitologici di tale Gino, coinquilino inquietante, con cui Rosaria ci ha fatto smascellare XD

Impossibile in questa sede parlare di tutti, ma se questa esperienza è stata memorabile è anche per merito di ciascuno di loro.

Acme Grosseto (sito web)

E cosa dire di loro se non che hanno pensato a tutto? 😀 Accoglienti, gentili e simpaticissimi! Ci hanno fatto trovare tantissimo materiale, una bella aula spaziosa e luminosa, ci hanno supportato su qualsiasi cosa. Insomma, se dovesse ricapitare di partecipare a un workshop organizzato da loro, ci andrei a occhi chiusi!

E poi non è che stiamo parlando di persone qualsiasi… Laura Iorio e Roberto Ricci (lo spiego per i non addetti ai lavori :P) sono due illustratori fantastici, con all’attivo molte pubblicazioni (soprattutto in Francia), fra le quali Il cuore dell’ombra, edito in Italia da Tunuè e che ho appena aggiunto alla mia #piccolabibliotecaillustrata (sperando di rivederli presto per farmelo autografare :D).

Tre illustratori in un colpo solo mi pare una buona media, eh! 😀

Quel che resta nella valigia

Intanto mi sono accorta di aver fatto pochissime foto! 🙁 Troppo presa a non perdermi nemmeno un secondo “dal vivo”, ho dimenticato di scattare… Poco male, ho fotografato con gli occhi tutte le cose belle che ho potuto vedere e le terrò con me a memoria, senza bisogno di doverle stampare. Rebecca che disegna davanti a noi è un piacere per la vista e non c’è foto o video che possano sostituire l’esperienza live 😉 Una tecnica che richiede precisione e pazienza, e lei disegna come un miniaturista, in punta di pennello, senza fretta, indugiando su piccolissimi particolari che fanno la differenza e fanno la Dautremer.

Poi è arrivato anche il nostro turno di disegnare e che dire: quello che lei faceva con facilità suprema in realtà facile non lo era affatto XD

E realizzi (come se ce ne fosse stato bisogno!) che questa tecnica richiede tanto studio e devozione, pratica come se non ci fosse un domani e sudore a bacinelle! (ah, ovviamente io non ho ancora finito il mio esercizio. Dieci minuti di vergogna nell’angolino buio -_-).

Comunque tutti gli insegnamenti, i consigli, le correzioni sul lavoro svolto e sulla revisione portfolio saranno cose preziose che terrò nella mia valigia, ma c’è qualcos’altro, qualcosa di più labile e molto meno pratico della tecnica, che ho imparato in questi giorni e che scolpirò su lastre di marmo ad eterna memoria 😛

Il mestiere dell’illustratore è molto meno banale di quanto si possa pensare. Non basta leggere un testo e fare un disegno, non basta avere padronanza della tecnica e una bella mano. Tra i tanti paralleli che mi vengono in mente per descrivere il lavoro di chi illustra un testo, quello che mi piace di più è quello dell’ESPLORATORE.

L’illustratore si addentra letteralmente tra le parole dei libri e ne scopre mondi più o meno evidenti, più o meno narrati, più o meno sottintesi, a volte sconosciuti allo stesso autore del testo! Attraverso questo attento lavoro di analisi nasce e prende forma l’IDEA. Attenzione però, il bravo esploratore non si ferma qui, non raggiunge la prima grotta e si accontenta di quello che vede, lui va oltre. Ed è da questo piccolo capolavoro di speleologia che l’idea iniziale, acerba per quanto potesse sembrarci già buona, diventa Illustrazione.

Dunque via, questo metterò in valigia: una picozza, un elmetto da minatore, fogli e matite, una scorta illimitata di libri e i nuovi amici (senza dimenticare valanghe di buona volontà!).

Pronta ad affrontare la prossima esplorazione, a presto su Mattoni Gialli! 😀

Tamina

Tamina

Web&Graphic Designer presso una software house e illustratrice presso il suo cassetto dei sogni. Per Mattoni Gialli progetta illustrazioni, fa disegni, crea bozzetti, canta e balla! See you :)

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